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TUTTO CIÒ CHE DEVI SAPERE SUI SUPERFOOD

Da sempre, l’uomo cerca di attribuire denominazioni particolari a determinati oggetti, per fini commerciali principalmente. È questo il caso dei “superfood”? Siamo di fronte a degli alimenti con caratteristiche davvero fuori dal comune oppure si tratta del solito trucco di marketing? Capiamolo insieme.

COSA SONO I “SUPERFOOD?”

Partiamo dalle basi, cosa sono i cosiddetti “superfood”? Si tratta di alimenti che vengono così definiti grazie alle presunte capacità benefiche di alcuni ingredienti per il nostro organismo. Sono diventati famosi grazie ad una pubblicità massiva, che li promuoveva come dei cibi che ci avrebbero aiutato a rimanere in salute ed a rallentare il processo di invecchiamento. La classica definizione di “superfood” è quella di cibo ricco di nutrienti, pieno di antiossidanti e proteine, ma la realtà ci dice che questa denominazione non esiste e non ha alcuna base scientifica: dal 2007 l’Unione Europea ha dichiarato illegale l’utilizzo della parola “superfood” all’esterno di confezioni di vendita, per limitare una pubblicità ingannevole. Se pensiamo, infatti, all’etimologia della parola stessa, la dicitura “superfood” è uno slogan perfetto per il marketing, poiché rende l’idea di un qualcosa di superiore rispetto al comune “food” ed è, allo stesso tempo, di facile comprensione (molto più semplice, ad esempio, della parola nutraceutico, che mette insieme nutrizione e farmaceutico). Con queste premesse potreste pensare che l’argomento è chiuso, che parliamo soltanto di fuffa, concedetemi il termine. In realtà non è così, perché la verità sta sempre nel mezzo.

Superfood_photo_1Figura n.1. Esempio di pubblicità riguardante i “superfood”.

QUALI SONO I “SUPERFOOD”?

L’assenza di definizione vera e propria non ci impedisce di elencare alcuni cibi che potrebbero rientrare in questa fantomatica categoria (se solo esistesse). Ritroviamo dunque alimenti come:
Banana. Forse il primo “superfood” al mondo, è rinomato per le sue proprietà benefiche ma non ha particolari pregi rispetto a tanti altri frutti.
Spinaci. Contenenti moltissime vitamine ed abbondanti di ferro, gli spinaci rientrano di diritto nella categoria. Va detto che il ferro presente in questo alimento si trova in una forma scarsamente assorbibile dal nostro organismo.
Bacche di Goji. Contenenti moltissimi antiossidanti ed una gran concentrazione di vitamina C, sono tra i “superfood” più famosi. Di fatto, la presenza di vitamina C rende l’utilizzo di queste bacche interessanti, ma non giustificano il prezzo elevato, a fronte del fatto che altri cibi contengono la stessa, se non maggiore, concentrazione di vitamina (come i limoni).

Goji_photoFigura n.2. Bacche di Goji.

Mirtilli. Di nuovo, ricchi di antiossidanti per combattere i radicali liberi. E, di nuovo, poche evidenze dal punto di vista scientifico sull’efficacia reale nell’uomo (sono stati trovate evidenze scientifiche nei topi, in casi particolari. Lo studio è nelle fonti, in fondo all’articolo). Sui mirtilli, lasciatemi spendere ancora due parole: essendo tra gli alimenti che contengono il maggior numero di antiossidanti, spesso vengono idolatrati e consigliati, dai medici dei social network dalle persone disinformate, anche nella lotta alla prevenzione dei tumori. Per smentire tutto ciò, vi lascio alla lettura di un articolo del Cancer Research Uk in cui vi sono illustrate le controversie tra “superfood” e tumori. Inoltre, anche noi ne abbiamo parlato qui.
Curcuma. Un alimento piuttosto recente che deve la sua fortuna alla “curcumina”, uno dei suoi ingredienti più importanti. I principali benefici per l’uomo riguardano il tratto gastrointestinale, ma in alcuni studi in vitro e su animali, si è dimostrata (la “curcumina”) potenzialmente utile nel trattamento di alcuni sintomi collegati a determinate patologie, quali: morbo di Alzheimer, AIDS ed artrite. Tuttavia è bene sottolineare che le quantità di curcumina che si trovano in circolo dopo l’assunzione alimentare sono davvero basse e non sufficienti a confermare i risultati dei test condotti su animali, sull’uomo.
Questi sono soltanto alcuni dei numerosi cibi che vengono etichettati come super. La realtà è che, in base ad esigenze di mercato, vediamo spesso spuntare uno o due cibi dalle fantomatiche doti salutistiche.

curcuma_photoFigura n.3. Curcuma.

I BENEFICI EFFETTIVI DEI “SUPERFOOD”

Guardando velocemente la lista appena fatta, si capisce subito una cosa: le proprietà “benefiche” di questi cibi derivano da alcuni ingredienti, quali vitamine ed antiossidanti. I mirtilli sono tra gli alimenti che contengono il maggior numero di antiossidanti e, proprio per questa loro peculiare proprietà sono stati studiati per il contrasto all’invecchiamento (test positivi sui topi) e per l’inibizione della crescita di alcune cellule tumorali del colon (studio nelle fonti in fondo all’articolo). Non solo, il succo di melagrana, ad esempio, ha dato dei risultati interessanti nell’abbassamento della pressione sanguigna in casi di persone in salute (come sempre, studio scientifico in fondo all’articolo). Il fattore comune a tutti questi cibi sono gli antiossidanti, delle molecole che combattono i danni dei radicali liberi. I radicali liberi danneggiano le cellule e sono rilasciati da sostanze nocive come alcool, fumo di sigaretta e dal nostro stesso organismo. Un eccesso di radicali liberi può portare allo stress ossidativo, una condizione di danno per le nostre cellule che induce invecchiamento cellulare ma è correlato anche a tumori, diabete e problemi cardiovascolari. Dunque, questi super alimenti, sembrerebbero effettivamente utili e benefici per il nostro organismo, stando a quanto riportano gli studi. Ma in realtà non è propriamente così, perché si sta ignorando una cosa fondamentale per comprendere la validità di questi studi.

LE CONDIZIONI DI LABORATORIO

Si, è esattamente questo che stiamo ignorando: le condizioni di laboratorio. Mi spiego meglio: la maggior parte di questi studi è stata fatta in laboratorio, su animali, oppure in vitro. Questo implica la difficoltà di replicare i risultati nel contesto del corpo umano, che ha un “ambiente” interno estremamente più complesso. Inoltre, non dimentichiamo il fattore biodisponibilità, cioè la quantità di sostanza che circola nel nostro organismo, realmente utilizzabile. La biodisponibilità dell’alimento studiato è sempre piuttosto bassa nell’uomo, mentre nei test la concentrazione è molto più elevata.
Questi sono concetti molto semplici per chi ha studiato materie scientifiche, ma semplifichiamolo così: non tutto ciò che ingeriamo viene “assorbito” nella stessa quantità che abbiamo introdotto, anzi, una buona parte di esso viene eliminato. Tutto questo avviene perché il nostro organismo è un sistema complesso ed in parte diverso dalle condizioni che si riproducono in laboratorio. È proprio qui, in questa sottile differenza, che le aziende cercano di “giocare” e spingere i propri prodotti, sulle basi di ricerche scientifiche realmente esistenti ma difficilmente riproducibili nell’ambito del corpo umano.

superfood_photo_2Figura n.4. Altra illustrazione dei presunti benefici dei superfood. 

CONCLUSIONI

Li abbiamo sviscerati per bene, i “superfood”, ma dobbiamo chiarire un ultimo aspetto. Non bisogna demonizzare questi alimenti, ma semplicemente considerarli per quello che sono: cibi ricchi di vitamine ed antiossidanti, che non hanno proprietà miracolose, ma che inseriti in una dieta sana e variegata possono darci alcuni benefici. Inoltre, alcuni “superfood”, sono diventati molto famosi per questioni di marketing, ma hanno le stesse caratteristiche di altri alimenti che inseriamo quotidianamente nella nostra dieta.

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Fonte 1; Fonte 2; Fonte 3.

Articoli consultati per la stesura del testo:

Malin DH et al. (2011). Short-term blueberry-enriched diet prevents and reverses object recognition memory loss in aging rats. Nutrition 27(3):338–42.
Yi W et al. (2005). Phenolic compounds from blueberries can inhibit colon cancer cell proliferation and induce apoptosis. Agric Food Chem 53(18):7320–9.
Lynn A et al. (2012). Effects of pomegranate juice supplementation on pulse wave velocity and blood pressure in healthy young and middle-aged men and women. Plant Foods Hum Nutr 67(3):309–14.

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